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amante; e, dove amore e grazia acquistare ti credevi, bef-
fe e strazio di te acquistavi.
La qual cosa veggendo e udendo io, non già per amo-
re di te, che ancora assai ben non ti conosceva, ma per-
ché cosa così abominevole sostenere non potea, assai
male contento, non per me, ma per lei, mi partii pieno di
sdegno e di gravosa noia. Questo, secondo che le tue pa-
role suonano, non sapesti tu da singulare persona che
ciò ti narrasse, ma da congetture prese di parole, da for-
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se non troppo savia e nociva persona udite; eppure, di
quel poco che comprendesti, in disperazione ne volevi
venire. Or che avresti detto, quando la mente tua era an-
cora del tutto inferma, se così ordinatamente avessi la
cosa udita? Sono certo, senza più pensarvi, ti saresti per
la gola impiccato; ma vorrebbe il capestro essere stato
forte sì che ben sostenuto t avesse, acciò che, rottosi, tu
non fossi caduto e scampato, sì come colui che quello, e
peggio, molto bene meritato avevi. Ma, se cotale avessi
la mente avuta e lo ntelletto sano come dovevi, avendo
riguardo a quello ch io detto t ho, non miga a quello che
tu per li tuoi studi non potevi sapere, ma a quello che
per quelli ti sarebbe stato mostrato avendo voluto ri-
guardare, riso te ne avresti, veggendo lei dalla general
natura dell altre femine non deviare; il che forse testé te-
co medesimo fai; e fai saviamente, se l fai.
E quello che di questa parte ho detto, quello medesi-
mo dico della seconda: che, se tu teco medesimo riguar-
dare avessi voluto quanta sia la vanità delle femine di
quello ti saresti ricordato che tu molte volte hai già det-
to, cioè che gloriandosi elle sommamente d essere tenu-
te belle, e per essere facciano ogni cosa, e tanto più loro
essere paia quanto più si veggiono riguardare, più fede
al numero de vagheggiatori dando che al loro medesi-
mo specchio. Compreso avresti a lei non essere discaro,
ma carissimo il tuo riguardare; e, per ciò che esse di niu-
na cosa, che a loro pompa appartenga, contente sono se
nascosa dimora, volonterosa che all altre femine appa-
risse, te a dito mostrava, per dare a vedere a quelle, alle
quali ti dimostrava, sé ancora essere da tenere bella e
d avere cara, poi che ancora trovava amadori, e massi-
mamente te che da tutti se un gran conoscitore di forme
di femine reputato; per che lei mostrarti aresti veduto in
onore di te, non in biasimo, essere stato fatto da lei. Ben
potrebbe alcun altro dire il contrario: che ella, per mo-
strarsi molto a Dio ritornata e avere del tutto la vita bia-
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simevole, che piacere le soleva, abbandonata, te a dito
avesse mostrato, dicendo: «Vedete il nimico di Dio
quanto s oppone alla mia salute; vedete cui egli m ha ora
parato dinanzi per farmi tornare a quello di che io del
tutto intendeva, e intendo, di più non seguire!»; o forse
con quelle medesime parole colle quali avea al suo
amante la tua lettera dimostrata. E altri direbbono che
né l uno modo né l altro, né per l una cagione né per
l altra fatto l avesse; ma solamente per voglia di berlin-
gare e di cinguettare, di che ella è vaghissima, sì ben dire
le pare; e essendole venuta meno materia da dovere dire
di sé alcuna gran bugia, per avere onde dirla, te dimo-
strava. Ma, qual che la cagion si fosse, ricorrere dovevi
prestamente a quella infallibile verità: cioè niuna femina
essere savia, e perciò non potere saviamente operare. E,
se riprensione in ciò cadeva, sopra te dover degnamente
cadere, sì come colui che credevi, avendola alcuna volta
guardata o portandole alcuno amore, quello aver fatto
di lei, in sua vecchiezza, che né la natura, né forse i gasti-
gamenti, aveano potuto nella sua giovanezza fare: cioè
che ella savia fosse o alcuna cosa saviamente operasse.
Tu adunque, non considerando né in lei né in te quello
che dovevi, se cruccio grave n avesti, te ne fosti cagione.
Ma lasciamo stare l essere le femine così fiere, così vi-
li, così orribili, così dispettose, come ricordato t hanno
le mie parole, e l avere la lettera tua palesata così scher-
nevolmente, e te per qualunque delle dette cagioni o per
qual altra voglia avere a dito mostrato alle femine, e ve-
gnamo al focoso amore che portavi a costei e ragionia-
mo della tua demenzia in quello. Io voglio presupporre
che vero fosse ciò che l amico tuo del valore di costei ti
ragionò: il che se così credesti che fosse, mai non mi fa-
rai credere che in lei libidinoso amore avessi posto, sì
come colui che avresti conosciuto quelle virtù essere
contrarie al tuo vizioso desiderio; e, per consequente,
essendo esse in lei, mai non doverti venire fatto in quello
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atto cosa che tu avessi voluta; sì che non quelle ad amar-
la ti tirarono, ma la sua forma per certo; e alcuna cosa o
udita o veduta di lei ti mise in speranza del tuo disone-
sto volere potere recare a fine. Ma furonti sì gli occhi
corporali nella testa travolti che tu non vedessi lei essere
vecchia e già stomachevole e noiosa a riguardare? E, ol-
tre a ciò, qual cechità d animo sì quelli della mente
t avea adombrati che, cessando la speranza del tuo folle
desiderio in costei, con acerbo dolore ti facesse la morte
disiderare? Qual miseria, qual tiepidezza, qual tracutag-
gine te a te così avea della memoria tratto che, venendo-
ti meno costei, tu estimassi che tutto l altro mondo ti do-
vesse essere venuto meno e per questo volere morire?
Part egli così essere da nulla? Se tu così pusillanimo,
così scaduto, così nelle fitte rimaso, così scoppiato di
cerro o di grotta o se così da ogni uomo del mondo di-
scacciato che tu costei sì per unico rifugio e per tuo sin-
gulare bene eletta avessi che, se ti mancasse, tu dovessi
disiderare di morire? Qual piacere, quale onore, qual
utile mai avesti da lei o ti fu promesso, se non dalla tua
stessa sciocca e bestiale speranza, il quale poi ti fosse tol-
to da lei? E; la tua speranza che cosa da lei ti poteva giu-
stamente promettere? Certo niuna, se non di metterti
nelle braccia quelle membra cascanti e vizze e fetide;
delle quali sanza fallo, se saputo avessi il mercato il qua-
le n ha fatto e fa, come ora sai, sarebbe stato il disiderio
minore. Forse speravi, potendole nelle braccia venire e
avendo di quella prodezza della quale ella cotanto si di-
letta, così essere salariato come fu già il cavaliere di cui
di sopra parlai? Tu eri ingannato, per ciò che, quando
quello era, ella spendeva de miei; oggi, de suoi paren-
dole spendere, non dubito punto che tu non le trovassi
troppo più stretta la mano che tu non t avvisi. Egli è an-
data via quella magnificenza della quale forse tanto
l amico tuo la commendava. E, se questo non isperavi,
in quale altra cosa ti poteva ella molto valere? Potevati
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costei degli anni tuoi scemare? Sì forse di quelli che so-
no a venire, per ciò che già ad altrui ne scemò: ma io
non credo che tu questo avessi voluto; e giugnere non te
ne potea, per ciò che solamente a Dio appartiene que-
sto. Potevati costei delle cose assai, che tu non sai, inse-
gnare? Sì forse delle malvage, per ciò che già ad altrui ne
nsegnò: ma io non credo che tu quelle vadi cercando;
dell altre mostrare non ti potea, per ciò che niuna buona
ne sa. Potevati costei, vivendo tu o morendo, beatifica-
re? Sì forse, se quella è beatitudine che essa col suo
amante, te schernendo, diterminava, per ciò che già così
n ha assai beatificati: ma io non credo, poi che alquanto
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